"Siamo pronti a un cessate il fuoco il prima possibile, anche a partire da oggi, se la Russia è pronta a fare passi speculari". Così il presidente ucraino Zelensky in un messaggio serale su Telegram, nel quale è tornato a chiedere un tregua prolungata di almeno 30 giorni. "Continuiamo a rafforzare la nostra difesa - ha aggiunto - e ci aspettiamo presto importanti pacchetti di aiuti per l'Ucraina e decisioni su un'ulteriore cooperazione: cooperazione durante la guerra con i paesi chiave e nel periodo postbellico. Stiamo preparando solide basi per la ricostruzione".
Nel corso della giornata sono proseguti gli attacchi russi ed anche gli scambi verbali a distanza. A Zelenski che in matinata aveva definito "poco seria" la proposta di Putin di una tregua dall'8 al 10 maggio in occasione delle celebrazioni in Russia per gli 80 anni della vittoria nella seconda guerra mondiale, sono seguite le minacce arrivate dal solito vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che rivolgendosi a Zeensky ha detto: "nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che Kiev arrivi al 10 maggio". Poi secondo uno schema consolidato è arrivata la dichiarazione della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che ha accusato Zeelensky di aver minacciato la sicurezza delle commemorazioni della Seconda Guerra Mondiale del 9 maggio, dopo che il presidente ucraino ha dichiarato che l'Ucraina non si sarebbe "assunta la responsabilità" di garantire la sicurezza in quel giorno.